Fino a che età puoi contare sulla tua memoria? Le Neuroscienze sono pronte a stupirti!

La domanda che spesso ritorna nei nostri percorsi riguarda proprio il rapporto tra età e memoria.
Fin quando è possibile far affidamento sulla propria memoria?Adesso ti stupiremo.
Con l’avanzare dell’età, il nostro cervello in genere subisce un lento processo di atrofia, causando una comunicazione meno lineare tra le sue varie regioni, che porta a un declino della memoria e di altre funzioni cognitive. 
Ma un raro gruppo di individui più anziani chiamati “superagers” ha dimostrato di apprendere e ricordare nuove informazioni così come un venticinquenne. 
Questa notizia arriva dal Massachusetts General Hospital (MGH), dove gli studiosi hanno finalmente identificato l’attività cerebrale che è alla base della memoria superiore dei superagers.

Nel 2016, la professoressa Touroutoglou e i suoi colleghi ricercatori hanno identificato un gruppo di adulti di età superiore ai 65 anni con prestazioni notevoli nei test di memoria. I superagers hanno partecipato a uno studio sull’invecchiamento.

Ecco i primi risultati emersi, direttamente dalle parole, tradotte, della dottoressa Touroutoglou:


Utilizzando la risonanza magnetica, abbiamo scoperto che la struttura del cervello dei superager e la connettività delle loro reti neurali assomigliano più da vicino al cervello dei giovani adulti; i superagers avevano evitato l’atrofia cerebrale tipica degli anziani



In un secondo studio, i ricercatori hanno sottoposto a 40 adulti con un’età media di 67 anni un test di memoria molto impegnativo mentre i loro cervelli sono stati ripresi utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che, a differenza della tipica risonanza magnetica, mostra l’attività di diverse aree cerebrali. Quarantuno giovani adulti (età media di 25 anni) hanno anche fatto lo stesso test di memoria mentre l’attività del loro cervello veniva registrata.

I partecipanti hanno prima visto 80 immagini di volti o scene che erano ciascuna abbinata a un aggettivo.

Il loro primo compito era determinare se la parola corrispondeva all’immagine, il processo che abbiamo già chiamato codifica 🧐
Dopo 10 minuti, ai partecipanti sono state presentate le 80 coppie immagine-parola che avevano appena imparato, altre 40 coppie di nuove parole e immagini e 40 coppie riorganizzate composte da parole e immagini che avevano visto in precedenza.

Il loro secondo compito era ricordare se avevano visto in precedenza ogni specifica coppia parola-immagine, o se stavano guardando una coppia nuova o riorganizzata.

Mentre i partecipanti erano nello scanner, i ricercatori hanno prestato molta attenzione alla corteccia visiva, che è l’area del cervello che elabora ciò che si vede ed è particolarmente sensibile all’invecchiamento.
Quello che i ricercatori hanno scoperto, lo saprai nel prossimo post, ma se prima di indagare sulle menti dei superagers vuoi capire meglio i meccanismi cerebrali che intervengono nelle attività della memoria, sai cosa devi fare.

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