Che grattacapo la lingua!
Grammatica, fonetica, semiotica…quante sono le discipline che se ne occupano?
In questi giorni è un gran parlare di espressioni linguistiche e, con il benestare dell’Accademia della Crusca, del loro diritto o meno di evolvere dal “parlato” all’essere ufficialmente riconosciuto dal sistema grammaticale della nostra lingua.
A noi il tema della lingua e del suo utilizzo sta particolarmente a cuore come tutto ciò che ha a che vedere con l’apprendimento.
Tutto questo polverone sollevato dal espressioni come “esci il cane” o “siedi il bambino” ci hanno portato a riflettere non solo sull’entrata in scena dei neologismi che rinnovano il sistema linguistico dalla notte dei tempi, ma anche sull’importanza delle parole, del loro utilizzo e del lavoro che spesso si mette in atto per memorizzarle.
Lavoriamo su termini stranieri, su numeri, articoli di codice…insomma di tecniche e strategie ne mettiamo in campo molte, ma ripercorrendo i grandi nomi della letteratura e dell’arte la nostra riflessione di oggi si concentra sulle parole astratte. Il fascino del mistero è insito nella parola astratta, che, per definizione, non è rappresentabile e quindi meno facile da memorizzare.
Il termine astratto ha una forza evocativa senza eguali, riesce a farti provare delle sensazioni e farti immedesimare nelle situazioni prima ancora che tu possa rendertene conto, ma a questa sua potenza evocativa fa da contraltare una certa difficoltà nella sua rappresentazione.
La lingua italiana è piena di termini astratti: sostantivi e verbi che sarebbe difficile disegnare…e allora, se devo ricordarli, a quale magico espediente posso ricorrere?
Mai perdere la speranza: le tecniche di memoria conoscono gli angoli oscuri della nostra lingua e rappresentano una soluzione sempre vincente!
Memorizzare le parole astratte presenta senza dubbio molte più difficoltà che memorizzare termini che siano direttamente collegabili ad un’immagine!
Le parole astratte, così come i concetti, richiedono uno sforzo maggiore e la capacità di sfruttare la creatività per creare delle associazioni mentali così forti da rimanere impresse nelle memoria.
Qual è il modo più efficace per memorizzare le parole astratte?
La risposta è in una formula composta da ben tre parole astratte:
scomposizione – creatività-associazione
Ebbene è così che si affronta la parola astratta in questione: si analizza sillaba per sillaba e si scompone in piccole parti più facilmente rappresentabili!
Se la parola da memorizzare è RANA non avrai certo problemi ad immaginarla mentre nuota nello stagno, ma se devo memorizzare la parola “ambiguità”’ non ci sono immagini su cui tu possa fare affidamento!
Ecco allora che in mio aiuto sopraggiunge la fantasia e potrei immaginare una bella tombolata in cui un tipo simpatico di nome Guido, a un certo punto grida : ambo!!!
Questo è un esempio molto semplice di questa tecnica, ma con l’esercizio anche la nostra immaginazione si velocizza per arrivare a sviluppare un’abilità sempre più accentuata nell’applicazione di figure paradossali da associare a concetti non facilmente memorizzabili.
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