Costruire una nuova credenza: da dove parto?

Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato: le credenze.

Smontare una credenza depotenziante significa avere la capacità di gestire le proprie emozioni al punto da fare delle scelte importanti come quella di costruire una nuova credenza.

Questo processo può avere luogo solo se si verifica la piena consapevolezza del processo di scelta, e deve accadere dentro di noi.

La leva per introdurre un cambiamento così importante è nella nostra forza di volontà e di distinzione tra ciò che ci rende felici e ciò che per noi rappresenta un disagio. Cercare nel nostro passato un’esperienza, un momento in cui abbiamo fatto qualcosa di straordinario può essere una spinta significativa nel replicare quel comportamento avendone misurato gli effetti positivi in quel momento della nostra vita. Raccogliere informazioni sulla tematica a cui vogliamo avvicinarci, per esempio, è un ottimo primo passo avvicinarci alla credenza desiderata e capire come introdurla nella nostra vita integrandola con il sistema di valori che abbiamo costruito.

Passiamo ai fatti: da dove parto per costruire una nuova credenza?

C’è bisogno di un piano d’azione!

Quando si intraprende un percorso di cambiamento è fondamentale tenere in considerazione la possibilità che non tutto scorra liscio come l’olio e che possano sorgere delle difficoltà.

Per salvaguardarsi dall’ipotesi di un fallimento è importante mantenere 3 punti fermi, quelli a cui far riferimento se qualcosa dovesse tentennare:

1. L’obiettivo: rappresenta il raggiungimento dello stato desiderato, ma è fondamentale definirlo in termini di precisione al fine di poterlo controllare pienamente. Un obiettivo deve essere:

·    Espresso in positivo: dire che voglio stare bene, è diverso dal dire che non voglio stare male. La nostra mente infatti è programmata per valutare prima la possibilità di fare una cosa e poi, eventualmente, di non farla. Voglio dimagrire e non devo più mangiare, seppur apparentemente simili a livello semantico, sono in realtà due cose ben diverse.

·    Chiaro e quantificabile: devo poter capire al meglio il mio obiettivo per poterlo realizzare. Quindi evitare generalizzazioni e descrizioni poco precise, la chiarezza e l’immediata comprensibilità sono prioritarie.

·    Deve avere una scadenza temporale: devo definire entro quale momento temporale voglio che il mio obiettivo sia raggiunto. Questo è il modo più efficace per non perderlo mai di vista e renderne possibile la realizzazione.

2. La motivazione: è leva per agire, l’elemento imprescindibile per svolgere qualunque azione, questo non vuol dire però che mettiamo motivazione in tutte le cose che facciamo, o che mettiamo la stessa motivazione nelle azioni che svolgiamo nella nostra vita. Non è possibile, evidentemente, che tutte le cose ci interessino o ci appassionino in egual misura, per questo è importante imparare a gestire le emozioni e trovare una motivazione per ogni piccola impresa da affrontare e trovare dunque una piccola soddisfazione anche nelle cose che preferiremmo evitare di fare!

3. La strategia: non si può prescindere dall’avere un piano d’azione, un metodo per intraprendere la nostra impresa. Capire quali strumenti servono e quali abbiamo a disposizione, capire quando metterli in atto e come gestirli è il giusto percorso da intraprendere per dirigersi con determinazione verso l’obiettivo.

Questi i tre punti fermi da non perdere mai di vista nel cammino verso l’obiettivo.

L’obiettivo è semplicemente il risultato dei nostri comportamenti e delle scelte che abbiamo operato. Importante, quando ci si pone un obiettivo da raggiungere, avere la piena consapevolezza del punto di partenza per poter misurare, in seguito, la strada che si è fatta,li strumenti che sono serviti e cosa è mancato per poterlo potenziare in una prossima occasione. Porsi domande sulle scelte operate è l’unico modo per capire gli elementi che hanno determinato il successo e quelli che lo hanno ostacolo reso non raggiungibile.

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