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A ME GLI OCCHI
Treviso, 22 febbraio 2008: due malviventi rapinano l’ufficio cambio dello scalo aeroportuale dopo aver ipnotizzato la cassiera e averla convinta a consegnare 490 euro. La vittima dichiara di aver avuto il sentore che qualcosa di strano stesse accadendo, senza tuttavia riuscire a sottrarsi dall’eseguire gli ordini del malvivente.

Leggende e falsi miti caratterizzano de sempre l’ipnosi: dalle prime teorie di Franz Anton Mesmer sul magnetismo animale, la psicologia ha studiato a lungo questo particolare stato psichico, portando alla luce le sue grandi potenzialità terapeutiche e, nel contempo, sfatando molti luoghi comuni. Oggi l’ipnosi viene applicata in diversi campi, dal controllo del dolore sino alla cura delle dipendenze passando per l’ostetricia, per la preparazione e la conduzione del parto, e la dermatologia, per curare le malattie psicosomatiche. Definire l’ipnosi è opera ardua vista la grande quantità di teorie ad essa collegata. Viene comunque descritta come una particolare condizione psichica indotta o autoindotta in cui il soggetto si trova in trance, uno stato intermedio tra la veglia e il sonno. A detta degli esperti, in tale condizione sarebbe possibile accedere alla dimensione inconscia ed emotiva del soggetto intervenendo nella risoluzione di molti disturbi psichici.

Un sonno consapevole
Il primo ad introdurre il termine ipnosi ( dal greco hypnos cioè sonno) fu, nel 1843, James Braid, medico di Manchester: i suoi studi diedero il via ad una radicale revisione delle teorie in voga sino a quel tempo che ipotizzavano un misterioso passaggio di fluido magnetico tra ipnotizzatore ed ipnotizzato. Braid fornisce invece un interpretazione fisiologica del fenomeno e sottolinea uno dei punti cardine dell’ipnosi: nella persona in trance la volontà non viene intaccata dall’ipnotizzatore e l’ipnotizzato compie unicamente quegli atti che compirebbe anche in uno stato di veglia. Questo principio caratterizzerà gli studi seguenti fino all’interpretazione di Milton Erickson, psichiatra statunitense e uno dei massimi esperti del settore. Per Erickson l’ipnosi è una particolare ma naturale, condizione psicologica e neuro-fisiologica nella quale la persona mantiene intatte le capacità di usare la volontà, dimostrando addirittura di essere meno manipolabile. Difficile dunque credere a certe notizie riportate dai media che sembrano riportarci indietro nel tempo, a quando lo studioso Joseph-Philippe-François Deleuze scriveva:<< E’ sottoposto alla volontà del suo magnetizzatore. Sente la volontà del suo magnetizzatore. Percepisce il suo fluido magnetico>>. Niente fluidi magnetici o imposizioni di mani: l’ipnotista solitamente raggiunge il suo scopo conversando con il soggetto e portandolo ad una situazione di totale rilassamento; impostante è il tono della voce, che deve essere basso e monotono, al quale si aggiunge l’invito a concentrarsi su un oggetto per <>, come spiegava Erickson. Successive suggestioni indicanti torpore e sonno posteranno all’ipnosi del soggetto. In tutto questo è fondamentale il rapporto tra ipnotizzatore e ipnotizzato, basato sulla collaborazione e sulla reciproca conoscenza degli obiettivi da raggiungere. Molto discussa è in fine l’ipnosi regressiva, tecnica che, secondo alcuni studiosi, permetterebbe di recuperare ricordi rimossi e, nell’ eccezione più estrema, di accedere a memorie di una vita passata. Per alcuni, tali ricordi sarebbero in realtà frutto della fantasia, ma il fascino di scoprire una vita precedente rimane immutato.

Con i fumatori può funzionare.
L’ipnosi può essere impiegata per curare alcune dipendenze, come l’alcolismo, la tossico dipendenza e il fumo. Lo psicologo Guglielmo Gullotta, nel suo libro ipnosi, ricorda di aver sviluppato una tecnica in cui i pazienti ipnotizzati fumano sigarette di una marca chiamata <>, puramente immaginata, che, però, al risveglio, danno la sensazione di aver fumato realmente. In generale l’ ipnosi agisce sul rapporto tra fumatore e sigarette, limitando e cancellando l’esigenza e focalizzando l’attenzione sugli aspetti benefici derivati dallo smettere di fumare. Fondamentale è l’alta motivazione del fumatore in questo cammino che può risolversi positivamente in poche sedute.

L’ipnosi non è sempre lecita
L’ipnosi è citata nel codice penale italiano: l’art. 613 recita che “chiunque, mediante suggestione ipnotica o in veglia o mediante somministrazione di sostanze alcoliche o stupefacenti, o con qualsiasi altro mezzo, pone una persona, senza il consenso di lei, in uno stato di incapacità di intendere o di volere, è punito con la reclusione fino ad un anno”.

Un ulteriore riferimento si trova nell’articolo 728: “chiunque pone taluno, col suo consenso, in stato di narcosi o ipnotismo, o esegue su lui un trattamento che ne sopprima la coscienza o la volontà, è punito, se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità della persona, con l’arresto da uno a sei mesi o con l’ammenda da euro 30 a 516. Tale disposizione non si applica se il fatto è commesso, a scopo scientifico o di cura, da chi esercita una professione sanitaria”.

Geni ed artisti dallipnotista
Arte e genialità sembrano avere un legame particolare con l’ipnosi: Wolfgang Amadeus Mozart compose la sua famosa opera Così fan tutte sotto ipnosi, mentre Sergej Rachmaninov scrisse uno dei suoi concerti in suggestione post-ipnotica. Passando al campo delle scienze, sembra che l’uso della trance per sviluppare le proprie idee geniali fosse un’operazione abituale per Thomas Alva Edison, Nikola Tesla e Albert Einstein. Anche una star di Hollywood ha fatto ricorso all’ipnosi: durante le riprese del film Waterworld , Kevin Costner è riuscito infatti a superare il mal di mare proprio grazie al suo ipnotista.

“Tratto dalla rivista Airone di ottobre 2009”

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