Identikit delle credenze

Oggi ci cimentiamo in quest’impresa: fare un identikit delle credenze!
Come possiamo riconoscere una credenza?
Questa la domanda in chiusura del precedente post
La risposta è questa: individuando tre fondamentali elementi:

· Una convinzione di partenza che conduce a delle conclusioni;
· Insegnamenti e luoghi comuni trasmessi da figure autorevoli;
· Estremizzazioni e generalizzazioni: “sempre, mai tutti, nessuno” sono le parole rivelatrici di una credenza.

Il superamento di una credenza è un processo da non sottovalutare perché riguarda lo smantellamento di un sistema ben consolidato e costruito in base ad una nostra esperienza diretta o in base alla trasmissione di un pensiero, un’idea da figure educative autorevoli.
Porsi nella condizione di superare una credenza vuol dire essere aperti, mettersi in discussione e accogliere modi diversi di affrontare e di vedere le cose. Non è facile distaccarsi da un’abitudine o da qualcosa che ci è stato insegnato come giusto, per poterlo fare, dunque, è necessario acquisire consapevolezza e far saltare qualche certezza. Fatto questo primo passo è importante creare le condizioni favorevoli affinché il cambiamento possa avere atto, creare il giusto ambiente, la giusta atmosfera. Un ottimo modo per entrare nel vivo del cambiamento può essere quello di condividere questo processo con persone che sono già immerse nell’abilità che vogliamo acquisire, se crediamo di essere negati per lo sport, nel momento in cui comprendiamo che lo sport invece può entrare a far parte della nostra vita, la vicinanza con persone che lo amano e lo praticano regolarmente ci aiuta ad entrare nel pieno di quella dimensione, a respirarlo, a sentirlo sempre più nostro.
Nel momento in cui costruiamo una nuova credenza non è necessario, né proficuo, rinnegare quella che fino a quel momento ha stazionato nella nostra mente, molto più produttivo è integrarla con la nuova arricchendola tramite la rivisitazione di momenti in cui abbiamo adottato comportamenti diversi.
Cambiare una credenza è un’operazione che richiede molta determinazione e anche una buona dose di coraggio, perché le credenze a cui siamo ancorati rappresentano qualcosa che conosciamo bene e a cui siamo affezionati, pertanto decidere di cambiare rotta può farci sentire esposti al pericolo di sbagliare.
Cambiare una credenza significa avere la capacità di immaginare come cambierà la nostra vita senza quella convinzione, senza quel modo di vedere le cose.
La cosa più importante da fare quando si vuole destrutturare una credenza è riconoscere quanto dolore e quali svantaggi determinerà quella credenza se continuiamo ad accoglierla nel nostro sistema di pensiero. Visualizzare come migliorerà la nostra vita, nel rapporto con gli altri, nel lavoro, nella quotidianità è un ottimo atteggiamento per affrontare in modo sano e stimolante quel cambiamento.
La credenza in costruzione deve avere il potere di sostituire, con il piacere, il dolore generato dalla credenza depotenziante. Le principali leve che spingono le persone all’azione sono il dolore e il piacere.

Tutti gli individui, a prescindere dalle specifiche differenze personali, sono accomunati da qualcosa: il desiderio di star bene.
L’errore che spesso si commette, talvolta inconsapevolmente, è quello di pensare che allontanarsi dal dolore sia sufficiente per stare bene rinunciando così a mettere in moto dei meccanismi per avvicinarsi al piacere. Creare le condizioni per tenersi al riparo dal dolore senza esporsi al rischio di nuove emozioni equivale a vivere a metà. Molto spesso infatti il ricordo di grandi momenti di disagio o sofferenza ci induce a salvaguardarci dall’eventualità di un nuovo dolore precludendoci l’opportunità di vivere anche esperienze felici o comunque ricche di emozioni positive.

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